INDICATORE AMBIENTALE: QUALITÀ DELL'ARIA (PM10, PM2,5 e NO2)
INDICATORE | OBIETTIVO | DPSIR | STATO ATTUALE | TREND |
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IMMISSIONI IN ATMOSFERA - QUALITÀ DELL'ARIA (PM10, PM2,5 e NO2) |
Conoscere la misura delle immissioni e le ricadute degli inquinanti atmosferici rilevate dal monitoraggio della qualità dell'aria, finalizzato alla protezione della salute umana, degli ecosistemi e della vegetazione | SR |
Legenda:
DPSIR: | D - Determinante | P - Pressione | S - Stato | I - Impatto ! R - Risposta
Stato attuale: | Positivo | Intermedio o incerto | Negativo
Trend: | In miglioramento | Stabile o incerto | In peggioramento
Sigle utilizzate: RRQA --> Rete Regionale Rilevamento Qualità dell'Aria | PM10 --> particolato formato da particelle con dimensioni minori di 10 µm | PM2,5 --> particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm | NO2 --> biossido di azoto |
CARATTERISTICHE DELL'INDICATORE (METADATI) |
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Descrizione |
L'indicatore fornisce gli elaborati dei valori di concentrazione dei tre inquinanti atmosferici attualmente di maggior criticità registrati dalla rete di monitoraggio. I report dei dati forniti sono confrontati con i limiti normativi previsti.
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Definizioni |
L’immissione è la concentrazione dell’inquinante in aria ambiente ed è misurato in base alla quantità presente in unità di volume. Il termine immissioni designa le concentrazioni di sostanze nocive che agiscono sulle persone e sull’ambiente. Le immissioni si registrano anche in luoghi molto distanti dalla fonte di emissione.
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Riferimento normativo |
Il Dlgs 155/2010 recepisce la direttiva europea 2008/50/CE e istituisce il quadro normativo unitario nazionale in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente. L’art. 1 attribuisce alle Regioni il compito di gestione delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria e su delega delle stesse alle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.
Il D.Lgs. 250/2012 modifica ed integra il precedente Decreto. Il DM 30 marzo 2017 individua le procedure di garanzia di qualità da applicare per verificare il rispetto della qualità delle misure dell’aria ambiente nelle stazioni di misurazione previste nei nei programmi di valutazione regionali di cui all’art. 5 del Dlgs. 155/2010. La DGRM n. 25 del 21/01/2013, con la quale la Regione Marche approva la rete regionale di monitoraggio dell’aria ambiente e delega l’ARPA Marche alla gestione della RRQA. |
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Obiettivi normativi | Documentare il rispetto ovvero il superamento degli standard di qualità dell’aria nel territorio; individuare la dinamica dell’inquinamento e dei suoi periodi critici, nonché fornire elementi per individuare le cause che li determinano; fornire uno strumento per la migliore gestione del territorio riguardo gli aspetti dell’inquinamento atmosferico. | |
Fonte dati | Rete Regionale della Qualità dell'Aria (R.R.Q.A.) ARPAM | |
Unità di misura | Microgrammi/metrocubo; Numero superamenti limiti giornalieri del PM10, Medie annuali di PM10, di PM2,5 e di NO2 |
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Unità elementare di rilevazione | Inquinante, concentrazione |
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Livello_minimo_geografico |
Comune; Quartiere |
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Copertura geografica | Regione Marche | |
Periodicità rilevamento indicatore |
Continua, oraria, giornaliera |
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Copertura temporale | 2015 - 2020 |
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Ultimo aggiornamento indicatore | 28/02/2021 | |
Prossimo aggiornamento indicatore | Febbraio 2022 |
LA QUALITÀ DELL'ARIA |
La qualità dell’aria è definita oggettivamente confrontando le concentrazioni misurate o stimate di alcuni inquinanti in atmosfera con valori di concentrazione riferiti ad un particolare intervallo temporale.
La normativa nazionale presenta vari tipi di limiti e obiettivi:
- i valori limite, per la salvaguardia della salute della popolazione, che valgono su tutto il territorio nazionale;
- i valori guida, che sono il riferimento di lungo termine per la protezione della salute e degli ecosistemi e possono riguardare zone cui si voglia imporre un regime particolare;
- livelli di attenzione e livelli di allarme, che si utilizzano nelle aree urbane e riguardano l’esposizione della popolazione;
- obiettivi di qualità, che sono rivolti alla protezione a lungo termine della salute nelle aree urbane.
Ciascun parametro si riferisce ad un singolo inquinante, prescindendo dalla sorgente di inquinamento, e viene individuato in base a considerazioni igienico-sanitarie con l’obiettivo di garantire il completo benessere degli individui ed, in particolare, dei gruppi più sensibili della popolazione (nel caso specifico bambini, anziani, persone con problemi respiratori e cardiovascolari).
Dalla definizione deriva che per uno stesso inquinante i valori di riferimento possono modificarsi nel tempo, in sintonia con il progresso delle ricerche mediche ed epidemiologiche.
Accade poi che nuovi riferimenti normativi si aggiungano quando l’evoluzione dei processi produttivi o di combustione e l’introduzione di nuovi combustibili provochino emissioni consistenti di sostanze non ancora considerate.
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COME GESTIAMO LA RETE REGIONALE DI RILEVAMENTO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA |
La qualità dell’aria nella Regione Marche è valutata attraverso la Rete regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (R.R.Q.A.) costituita attualmente da 17 centraline fisse e 2 laboratori mobili, gestiti da ARPAM ai sensi della DGR n. 1600 del 27 novembre 2018. Le stazioni di rilevamento, dotate di sistemi automatici di misura, sono collegate con il centro operativo di controllo e di gestione dell’intero sistema; le operazioni di acquisizione, memorizzazione, trasmissione ed elaborazione dei dati, provenienti dagli analizzatori di inquinanti atmosferici e dai sensori per parametri meteorologici, avviene attraverso postazioni di rilevamento dotate di sistema di trasmissione i cui dati confluiscono in un sistema di elaborazione e memorizzazione centrale.
Ogni stazione, dotata impianti per la calibrazione di ogni singolo analizzatore, è attrezzata con un datalogger con compiti di acquisizione, elaborazione e memorizzazione dei dati, che successivamente sono inviati al centro di controllo.
Il sistema può trasmettere i dati sia a richiesta dell’operatore che in automatico a scadenze programmate, mentre nel caso di interruzione di collegamento è in grado di tenere memoria dei dati acquisiti per un periodo compreso fra i tre e i cinque giorni. In ogni stazione è inoltre presente un registro delle operazioni di manutenzione e un software di registrazione. Il sistema di elaborazione centrale è strutturato in funzione della dimensione della rete a cui fa riferimento; anche nella configurazione minima è sempre garantita la capacità di calcolo per la verifica degli standard della qualità dell’aria, la validazione e la memorizzazione dei dati rilevati dalla RRQA.
Il sistema è in grado di fornire e di memorizzare per almeno un anno le medie orarie e le medie giornaliere richieste in base alle vigenti normative per ogni analizzatore. I dati rilevati, dopo la validazione, sono pubblicati con accesso libero nella apposita sezione del sito Web dell’Agenzia (a questo link, che offre la descrizione degli inquinanti monitorati e la possibilità di elaborarli attraverso grafici e/o report).
La codifica dei livelli di allarme fissati per gli inquinanti e la proiezione di riduzione annuale compete al Ministero, mentre eventuali provvedimenti restrittivi per il blocco di impianti o del traffico competono ai Sindaci delle città interessate dagli inquinanti rilevati.
Nella nostra regione, relativamente alle polveri sottili PM10-PM2,5 è stato stabilito un protocollo con gli enti locali per uniformare i provvedimenti da adottare in ambito regionale.
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Mappa e caratteristiche delle centraline fisse nella regione |
PARTICOLATO ATMOSFERICO E OSSIDI DI AZOTO |
Per visualizzare le informazioni ed i valori riferiti agli inquinanti PM10, PM2,5 e NO2 cliccare sui rispettivi simboli sottostanti:
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PARTICOLATO ATMOSFERICO (PM10, PM2,5) |
Con il termine particolato atmosferico si intende una miscela di particelle solide e liquide che a causa della loro forma, densità e dimensione può rimanere sospesa in aria per un periodo di tempo non trascurabile. La classificazione si basa sul diametro aereodinamico (diametro di una particella sferica con densità di 1g/m3 che sotto l’azione della forza di gravità e in calma d’aria e nelle stesse condizioni di temperatura, pressione e umidità relativa, raggiunge la stessa velocità finale della particella considerata). Il concetto di diametro aereodinamico, definito all’interno del D.Lgs. n. 155 del 13 agosto 2010, il quale recepisce la Direttiva europea 2008/50/CE relativa alla “Qualità dell’aria ambiente”, consente di classificare il particolato atmosferico in varie categorie utili ai fini pratici del campionamento. Pertanto si può definire:
Inoltre, il Decreto Legislativo n.155/2010 contiene le definizioni di valore limite, valore obiettivo, soglia di informazione e di allarme, livelli critici, obiettivi a lungo termine e valori obiettivo ed individua l’elenco degli inquinanti per i quali è obbligatorio il monitoraggio (NO2, NOx, SO2, CO, O3, PM10, PM2.5, Benzene, Benzo(a)pirene, Piombo, Arsenico, Cadmio, Nichel, Mercurio, precursori dell'ozono). I limiti di riferimento per il PM 10 e 2,5 sono i seguenti: Il provvedimento individua nelle Regioni le autorità competenti preposte alla valutazione della qualità dell’aria e alla redazione dei Piani di Risanamento della qualità dell'aria nelle aree nelle quali sono stati superati i valori limite. Sono stabilite anche le modalità per la realizzazione o l'adeguamento delle reti di monitoraggio della qualità dell'aria. |
OSSIDI DI AZOTO NO, NO2, NOX |
Il biossido di azoto (NO2) è un gas di colore rosso bruno, dall’odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. La sua formazione avviene dalla combinazione dell’azoto con l'ossigeno, dando luogo a diversi composti denominati NOx. Tra questi, i più importanti per l’inquinamento atmosferico sono l’ossido di azoto NO ed il biossido di azoto NO2. L’ossido di azoto si forma in qualsiasi processo di combustione in cui si impiega l’aria come comburente, per reazione tra ossigeno e azoto ad alte temperature. Circa il 10% dell’NO, una volta immesso in atmosfera, viene trasformato in biossido di azoto per azione della radiazione solare. Gli ossidi di azoto presenti nell’aria derivano sia da fonti naturali (batteri, vulcani, fulmini) sia da fonti antropiche (centrali termoelettriche, riscaldamento domestico, autoveicoli, combustioni industrilai). Riferimenti normativi: in materia di qualità dell'aria ambiente il testo attualmente in vigore a livello italiano è il Decreto Legislativo 13 agosto 2010 n. 155 "Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa". |
ARGOMENTI CORRELATI
Per approfondimenti e ulteriori notizie, è possibile consultare queste ulteriori pagine del sito ARPAM:
Rete Regionale della Qualità dell'Aria (mappe, grafici, riepiloghi dei dati rilevati dal monitoraggio continuo; aggiornamento quotidiano)
Report Regionale della Qualità dell'Aria 2015 - 2018
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