19.03.2021 PRESENTATI I RISULTATI DEL PROGETTO QUALITÀ DELL'ARIA ANCONA-FALCONARA
Qualità dell’aria ad Ancona e Falconara M.ma
RESI NOTI DALL’ARPAM I RISULTATI DEL PROGETTO SULL’ARIA “SORVEGLIATA SPECIALE”
Nel maggio 2019 l’avvio dei monitoraggi con i 30 minicampionatori. Parte anche lo studio per la caratterizzazione del particolato a Ancona Cittadella.
Rispetto del valore limite imposto dalla normativa su PM10 e Metalli per ciascuno dei 30 siti di campionamento: questo il risultato delle analisi condotte dall’ARPAM sui parametri registrati dai minicampionatori installati ad Ancona e Falconara nei 17 mesi dall’avvio del progetto.
Posizionati a integrazione della Rete di rilevamento composta dalle 17 centraline fisse e due mobili dell’ARPAM e a supporto dei progetti “P.I.A.” per l’area di Ancona e “Odor.Net” per quella di Falconara Marittima, gli smart sampler erano stati collocati in zone selezionate per densità abitativa, rilevanza della viabilità e presenza di luoghi di aggregazione al fine di approfondire la conoscenza dei livelli di concentrazione in area urbana del PM10 e dei metalli ad esso associati, nonché una prima individuazione delle possibili fonti emissive delle polveri fini.
“Un progetto primo in Italia per numero di campionatori installati – ha ricordato il Direttore Generale dell’ARPAM Giancarlo Marchetti – che realizza ancora una volta, oltre alla valenza scientifica, l’impegno di trasparenza con cui l’Agenzia intende caratterizzarsi, rispondendo con le proprie conoscenze, i migliori strumenti e soprattutto la propria terzietà alle istanze di cittadini, imprese, istituzioni”
I risultati ottenuti nel periodo di tempo trascorso dall’inizio della campagna, maggio 2019 ad ottobre 2020, evidenziano innanzitutto il rispetto del valore limite imposto dalla normativa (D.Lgs 155/2010, espresso come concentrazione media annua di PM10 pari a 40 µg/m3) per ciascuno dei 30 siti di campionamento, che sanciscono la buona qualità dell’aria nell’area in esame restituendo un valore medio di 18 µg/m3 per l’area di Ancona e 19 µg/m3 per l’area di Falconara. Valori, quindi, che si collocano addirittura al di sotto del 50% del limite di legge e che sono, peraltro, in linea con quelli misurati dalle centraline fisse della RRQA, rispettivamente pari a 20 µg/m3 per il capoluogo dorico e 21 µg/m3 per il territorio di Falconara Marittima.
Sopravvenuta nel corso delle 8 campagne di campionamento realizzate in seno al progetto, l’emergenza pandemica ha fatto inoltre emergere l’importanza di effettuare un’analisi del potenziale effetto “lockdown”. Lo studio condotto da ARPAM su tutte le stazioni della rete regionale ha evidenziato essenzialmente presso le stazioni di traffico urbano una diminuzione del PM10 di circa il 10% solo per le stazioni da traffico, mentre per le concentrazioni di NO2 è stata osservata una diminuzione del 45% per le stazioni da traffico e del 27% per il complesso delle stazioni. Questo effetto è probabilmente determinato da una effettiva diminuzione dell’uso di sorgenti di combustione fissa e mobile in tutto il territorio.
“Un dato sopra tutti che emerge chiaramente dai risultati sinora ottenuti – ha precisato Marchetti – è che l’omogeneità spaziale del valore medio del PM10 rilevato in tutte le 30 stazioni attivate, in un raggio che per Ancona va dal Duomo a Piazza Salvo d’Acquisto e fino a Collemarino e che copre Falconara con ben 8 installazioni da nord a sud e da est a ovest, rappresenta un importante risultato a supporto della pianificazione di sistemi di monitoraggio e della scelta delle strategie dedicate alle eventuali azioni di risanamento della qualità dell’aria”.
Un ulteriore elemento dall’esito importante è il confronto operato tra i risultati sperimentali ARPAM condotti nella città di Ancona e le previsioni modellistiche realizzate nell’ambito del “Progetto PIA” che, mostrando una buona corrispondenza tra i due sistemi, ha permesso di indicare la possibilità di integrare i due metodi di valutazione, sperimentale e modellistico, e realizzare futuri scenari di intervento per il miglioramento della qualità dell’aria sul territorio.
“Si tratta di uno studio serio – ha commentato il Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli - portato avanti per diverso tempo con metodi scientifici, che ci consegna una radiografia più che attendibile. Per spazzare via le leggende metropolitane bisogna agire in questo modo, sul campo. Cosi come stiamo facendo con il PIA, il lavoro dell'ARPAM ci consente di avere una diagnosi precisa con la quale possiamo calibrare meglio la cura, ovvero gli interventi da concretizzare”
Il Sindaco di Falconara Marittima Stefania Signorini ha sottolineato che “L’amministrazione comunale di Falconara crede molto in entrambe le campagne dell’Arpam per il monitoraggio della qualità dell’aria, sia quella avviata con il progetto OdorNet che quella portata avanti con otto minicampionatori installati sul nostro territorio. Per questo – ha ricordato la Signorini - il Comune ha deciso di contribuire ai costi sostenuti per entrambi i rilevamenti, con un contributo di 26mila euro complessivi per OdorNet e di 6mila euro per i minicampionatori”
Valeria Mancinelli, Sindaco di Ancona | Giancarlo Marchetti e Giorgio Catenacc, DG e DTS dell'ARPAM | Stefania Signorini, Sindaco di Falconara Marittima | |||
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Anche l’Assessore all’Ambiente della Regione Marche Stefano Aguzzi, intervenuto alla presentazione dei primi risultati del progetto, ha espresso la propria soddisfazione “per l’attenzione rivolta dall’ARPAM alla domanda di rigore scientifico e trasparenza delle informazioni da parte dei cittadini: credo sia giusto mettere al centro dell’agenda istituzionale queste richieste, per guardare con concretezza al futuro e alle sue sfide, ma anche per poter apprezzare quanto ogni giorno viene messo in campo per la tutela dell’ambiente e della salute delle persone”.
Da più di un anno l’ARPAM sta inoltre conducendo una campagna di monitoraggio presso la stazione di Ancona Cittadella per valutare il differente apporto alle emissioni di polveri sottili correlate alle diverse tipologie di sorgenti. Tale studio con focus su Ancona, partito nell’autunno 2019, si basa sulla determinazione analitica di circa 30 specie chimiche e successiva trattazione statistica.
I primi risultati sul set parziale di dati (circa il 40%) hanno consentito l’individuazione delle diverse tipologie di sorgenti presenti sul territorio. Allo stato attuale delle conoscenze i contributi principali sono associati alla combustione ad uso civile (riscaldamento residenziale e commerciale), alla combustione industriale, alla formazione di particolato secondario derivato da attività agro-zootecniche, al traffico leggero e pesante, al contributo dello spray marino e al risollevamento dovuto all’azione meccanica del vento.
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