Accessibility Tools

12.11.2024 MORIA DI CEFALI LUNGO LA COSTA MARCHIGIANA

APPROFONDIMENTO DEL 20/11/2024

In relazione alla moria di cefali (Mugil cephalus) a cui si sta assistendo lungo le spiagge di tutta la costa marchigiana da circa una quindicina di giorni,  ARPAM ha provveduto ad effettuare diversi campionamenti, sia di acqua di mare sia di esemplari di pesci, al fine di chiarire le cause della morte di questi ultimi, anche in riferimento a quelle già ipotizzate nella precedente notizia del 12/11/2024.

Nella giornata del 12/11/2024 il personale tecnico delle sedi di Ancona e Pesaro ha prelevato campioni di acqua di mare, rispettivamente:
- Nelle zone limitrofe alla battigia compresa in un tratto di mare a nord e a sud il porto di Senigallia fino alla Rotonda a mare;
- Nella zona dalla foce del fiume Cesano alla Cesanella;
- Nella zona a sud del Porto di Pesaro.

Dalle analisi eseguite al microscopio ottico rovesciato si evidenzia, su tutti i campioni esaminati e come già reso noto, la fioritura di Chaetoceros socialis (foto n. 1) e grande abbondanza di altre diatomee come Thalassionema nitzschioides e Dactyliosolen fragilissimus (foto n. 2), diatomee che non producono tossine, ma che se si accumulano in grandi quantità nelle branchie dei pesci possono portarli a soffocamento.

Nella medesima giornata sono state inoltre raccolte le carcasse di 2 esemplari di cefali (Mugil cephalus), rispettivamente:
- Nella zona limitrofa alla Rotonda di Senigallia;
- Nella zona Cesanella di Senigallia
le cui analisi sono state affidate all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, sede di Ancona.

Dai Rapporti di prova stilati dall'Istituto e pervenuti all'ARPAM in data 15/11/2024, si evince che sul pesce campionato, già in avanzato stato di putrefazione post mortale, non è stato possibile evidenziare eventuali lesioni macroscopiche riconducibili a patologie infettive e/o infestive.

 


AGGIORNAMENTO 19/11/2024

Le analisi fitoplanctoniche eseguite da ARPAM sui campioni di acqua di mare prelevati lo scorso 12/11 hanno evidenziato la massiccia fioritura di diatomee, in particolare del tipo Chaetoceros socialis (foto n. 1), Thalassionema nitzschioides e Dactyliosolen fragilissimus (foto n. 2).

Le diatomee, alghe unicellulari delle dimensioni di pochi micron che rappresentano una delle più importanti classi di microalghe in ambiente marino e di acqua dolce, non producono tossine, ma possono provocare la morte per soffocamento nel caso in cui abbondanti fioriture ne causino l’accumulo nelle branchie dei pesci.

 Chaetoceros socialis  Thalassionema nitzschioides e Dactyliosolen fragilissimus

Foto N. 1: numerose colonie di Chaetoceros socialis, ingrandimento 40x

Foto N. 2: Thalassionema nitzschioides e Dactyliosolen fragilissimus, ingrandimento 40x

 


12/11/2024

La moria di cefali (Mugil cephalus) a cui si sta assistendo lungo le spiagge di tutta la costa marchigiana da circa una quindicina di giorni, può essere dovuta a varie cause.
Un’ipotesi, tra le più accreditate, è che possa trattarsi di un fenomeno ciclico che si verifica nel medio Adriatico, attraverso il quale la natura autoregola l’accrescimento della colonia, quando la sua popolazione supera la curva massima di disponibilità di cibo e spazio per continuare a riprodursi. Alcuni esemplari, soprattutto quelli che raggiungono le dimensioni medie per la specie di circa 30-35 cm, debilitandosi, vengono attaccati da un batterio che genera lesioni a carico dei reni e del fegato. Il microrganismo in questione, come da bibliografia, appartiene al genere Pasteurella e causa appunto questo tipo di necrosi nella popolazione dei cefali.
In alternativa a questa prima ipotesi, la massiccia moria potrebbe essere dovuta a una imponente fioritura di diatomea Chaetoceros socialis che, pur non producendo tossine, può provocare l’ostruzione delle branchie. In questo periodo si è osservata una grande fioritura di questa alga lungo tutta la costa marchigiana, che si evidenzia anche con la presenza sulla superficie marina di grandi tratti ricoperti da schiuma prodotta dall’essudazione delle sue mucillaggini.
Poiché, tutt

avia, gli individui spiaggiati appartengono tutti a una sola specie e sono tutti della stessa dimensione, circa 25-35 cm, la prima ipotesi resta la più accreditata
Il fenomeno rimane comunque sotto osservazione.

Bibliografia:
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA: Scuola di Specializzazione in SANITA’ ANIMALE, ALLEVAMENTO E PRODUZIONI ZOOTECNICHE. Indagine sulla presenza di Photobacterium damselaein pesci selvatici e di allevamento nella provincia della Spezia RELATORI:
Prof. Domenico Cerri Dott.ssa Laura Serracca
A review of the main bacterial fish diseases in mariculture systems
Author links open overlay panel Alicia E. Toranzo, Beatriz Magariños, Jesús L. Romalde

  • Ultimo aggiornamento il .
  • Visite: 365