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29.06.2020 LOCKDOWN E CLIMA ACUSTICO NELLE MARCHE

UNO STUDIO DELL’ARPAM ANALIZZA LE DIFFERENZE TRA LE FASI 1 E 2 DELL’EMERGENZA COVID-19

COPERTINA TITOLONel periodo interessato dalle restrizioni dovute all’emergenza pandemica (lockdown), la chiusura delle scuole, di molte attività produttive e/o commerciali, l’utilizzo massivo dello Smart Working insieme all’obbligo più generale di permanenza nelle proprie abitazioni, hanno comportato una modifica sostanziale dello stile di vita delle persone e di conseguenza, fra le altre cose, dei livelli di rumore ambientale.

Lo scenario acustico così determinatosi, tanto particolare quanto unico, ha spinto ARPAM ad attivare una serie di rilevamenti fonometrici, effettuati in punti fruibili e nel rispetto delle norme di distanziamento sociale sopra richiamate, nei territori delle diverse province marchigiane per valutarne le caratteristiche.

Nel documento che qui si presenta sono riportati e messi a confronto, per ogni punto di misura,  i risultati delle rilevazioni effettuate durante la Fase 1 dell’emergenza Covid-19, detta di lockdown, in cui la gran parte delle attività lavorative (commerciali, artigianali, ecc.) sono state chiuse e il traffico ridotto al minimo, con quelli della successiva Fase 2, caratterizzata dalla riapertura di gran parte delle attività e un conseguente aumento del traffico stradale.

Lo studio, come era lecito attendersi, rileva che durante la Fase 1 dell’emergenza Covid-19 il rumore riscontrabile nelle aree residenziali delle diverse province della Regione Marche risultava principalmente derivante, per quanto attiene le attività antropiche, dalle comuni attività che normalmente  si svolgono nelle abitazioni e dall’uso di auto o ciclomotori per i limitati movimenti consentiti dalle norme, mentre il rumore naturale veniva prodotto per lo più dall’abbaiare di cani e dal cinguettio degli uccelli.

Il confronto tra fasce orarie non ha evidenziato significative differenze tra le ore antimeridiane e quelle pomeridiane, mentre si è riscontrata una netta differenza (in alcuni casi anche superiore a 20 dB) tra il periodo diurno e notturno, a causa dell’assenza del già scarso traffico stradale, di contributi antropici e dell’avifauna. Hanno rappresentato in questo senso un’unica eccezione i dati raccolti presso il punto di monitoraggio in Provincia di Fermo, solitamente fortemente influenzato dal rumore derivante dal traffico stradale, in cui si apprezza un sensibile abbassamento dei livelli di rumore nel periodo diurno, tanto da avvicinarsi in molti casi a quelli notturni.

Con l’avvio della Fase 2 della gestione dell’emergenza è stato riscontrato un aumento generalizzato dei livelli di rumore sia nel periodo diurno che notturno, dovuto ovviamente alla ripresa delle attività lavorative e del traffico che è conseguito alla riduzione delle limitazioni.

Specificità a livello provinciale sono state riscontrate nei siti di Ancona e Pesaro, dove una maggiore vivacità dei quartieri ha determinato livelli di rumore molto più significativi soprattutto nel periodo notturno, e nel sito di Ascoli Piceno, dove al contrario la differenza di rumore tra le due fasi nel periodo notturno può considerarsi nulla.

In tutti i siti, i livelli di rumore rilevati rientrano largamente nei limiti applicabili all’area presa in esame.

Il monitoraggio attuato dall’ARPAM aderisce al progetto di raccolta ed analisi dei dati durante l’emergenza COVID-19 promosso dall’Associazione Italiana di Acustica (AIA) su tutto il territorio nazionale.

SCARICA E LEGGI LO STUDIO


 

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