11.08.2020 MASSICCE QUANTITÀ DI MEDUSE E FANEROGAME
Nella giornata del 10 agosto il servizi territoriali ARPAM di Ancona e Pesaro, nell’ambito dei monitoraggi routinari delle acque di balneazione, hanno riscontrato una situazione molto particolare dovuta alla presenza di massicce quantità di diversi organismi e di fanerogame spiaggiate.
[Leggi anche la notizia del 10/08/2020 sulla comparsa di una fioritura della Raphidophycea non tossica Fibrocapsa japonica]
In particolare, il laboratorio ARPAM ha eseguito il riconoscimento delle seguenti specie:
- Mnemiopsis leidyi appartenente al phylum degli Ctenofori, chiamate anche “Noci di mare”;
- meduse riconducibili alla specie Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata);
- esemplari di Medusa barile (Rhizostoma pulmo) conosciuta maggiormente come Polmone di mare;
- Carybdea marsupialis, una specie di Cubomedusa della famiglia Carybdeidae, volgarmente chiamata medusa scatola o medusa cubo.
(nella foto: fanerogame spiaggiate)
Le Mnemiopsis leidyi o noci di mare, già presenti da qualche giorno in minore quantità nelle acque del litorale pesarese, sono comparse in quantità massiccia il giorno 10 agosto, nella zona posta più a nord del litorale marchigiano, fino al comune di Fano, in particolare nelle zone a basso ricambio idrico. Nelle zone poste più a sud, un minor numero di esemplari è stato rinvenuto fino al litorale di Numana.
Le meduse sono attualmente presenti in quantità elevate lungo tutto il litorale, con prevalenza della specie Cassiopea mediteranea.
Aggiornamento 13/08/2020: Anche nel corso della campagna regionale monitoraggi marini di agosto (svolta tra il 11/08 e il 13/08) la M/N BLU dell'ARPAM ha rilevato lungo tutto il litorale marchigiano (da Gabicce alla foce del Tronto, da costa fino a 3000 m al largo) la diffusa presenza di diverse specie di meduse e di altri organismi macrozooplanctonici. Sono state infatti osservate estese formazioni di meduse polmone (Rhizostoma pulmo) e di Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata). Si sono rilevate in minor densità anche esemplari della cubomedusa Carybdea marsupialis.
Di seguito il dettaglio delle diverse specie rilevate:
- Mnemiopsis leidyi appartenente al phylum degli Ctenofori, chiamate anche “Noci di mare” organismi di qualche centimetro di lunghezza che possono sembrare bolle gelatinose, innocue all’uomo perché sprovvisti di cellule urticanti. La grande tolleranza di questa specie alla temperatura la rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo; è in grado di compromettere gli stock ittici sia attraverso una competizione per le risorse sia a causa della dieta costituita prevalentemente da uova e larve di pesce. Tutto questo fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare,ccreando problemi non tanto di tipo sanitario ma ambientali.
- Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata) è una medusa comune nel mar Mediterraneo. Questa specie, che raggiunge i 30 cm di diametro, presenta un caratteristico ombrello a forma di disco bianco, con una gobba rotonda e gialla al centro (sembra un uovo all'occhio di bue). Il margine è tipicamente frastagliato, di colore giallo o talvolta verdastro. La specie, come tutte quelle appartenenti alla classe delle Rhizostomeae, è priva di tentacoli, ma ricca di braccia che terminano con un bottoncino di colore blu/viola. È una specie pelagica, endemica del mar Mediterraneo, molto comune, in particolare nel mare Adriatico, da ottobre a maggio. A dispetto delle sue grandi dimensioni, questa specie non è urticante. Solo i soggetti più sensibili possono incorrere in piccoli pizzichi a contatto con le braccia.
- La Medusa barile (Rhizostoma pulmo) conosciuta maggiormente come Polmone di mare, è una medusa della famiglia delle Rhizostomatidae. È una specie pelagica diffusa nel Mar Mediterraneo (frequente lungo tutta la costa adriatica particolarmente nei periodi tardo-estivi ed inizio-autunnali).Questa medusa presenta un cappello di forma semisferica al trasparente, con i bordi sfrangiati blu-viola. Sotto al cappello è presente il manubrio, composto da 8 prolungamenti di tessuto bianco e grumoso, dai quali partono 8 tentacoli allungati. Le dimensioni sono degne di nota e possono raggiungere i 50–60 cm di diametro. La specie non provoca gravi conseguenze: i suoi tentacoli di norma non risultano urticanti tanto da creare pericoli seri per l'uomo. Solo su soggetti particolarmente sensibili, il contatto può provocare irritazioni che scompaiono comunque spontaneamente in breve tempo ma lasciando un prurito o dolore fastidioso.
- Carybdea marsupialis è una specie di Cubomedusa della famiglia Carybdeidae, volgarmente chiamata medusa scatola o medusa cubo. Specie sempre più diffusa nel Mar Mediterraneo, normalmente reperibile vicino la battigia, molto facile incontrarle nelle acque basse e sabbiose dell’Adriatico. Questa specie è di forma cubica, trasparente. I tentacoli sono quattro, lunghi dieci volte il corpo. Il veleno di questa specie può provocare serie ustioni. In caso di contatto è facile che i fragili tentacoli si avvolgano ad un arto, è importante togliere immediatamente il tentacolo, anche a mani nude (comunque è meglio proteggersi, per evitare ustioni anche sulle mani) e curarsi. È un veleno termolabile, ovvero la sua azione tende a svanire con l'esposizione della parte urticata a forti sorgenti di calore (sabbia o acqua molto calda). Anche l'azione dell'ammoniaca ha effetti lenitivi, così come l'aceto.
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