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STRATEGIA MARINA

 

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La Direttiva Quadro 2008/56/CE sulla strategia per l’ambiente marino stabilisce l'obiettivo fondamentale del raggiungimento del buono stato ambientale per le acque marine degli stati membri.
Per buono stato ambientale delle acque marine si intende la capacità di preservare la diversità ecologica, la vitalità dei mari e degli oceani affinché siano puliti, sani e produttivi, mantenendo l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile e salvaguardandone il potenziale per gli usi e le attività delle generazioni presenti e future.  

Le fasi previste per il raggiungimento dell’obiettivo si articolano e concretizzano nelle seguenti attività:

  • valutazione iniziale dello stato ambientale delle acque marine;
  • determinazione dei requisiti del buono stato ambientale;
  • definizione dei traguardi ambientali;
  • elaborazione dei programmi di monitoraggio;
  • elaborazione dei programmi di misure per il conseguimento e il mantenimento del buono stato ambientale.

La Direttiva divide le acque marine europee in 4 regioni: Mar Baltico, Oceano Atlantico nordorientale, Mar Mediterraneo e Mar Nero.
A sua volta, per il Mare Mediterraneo sono state individuate tre sub-regioni:

  1. il Mediterraneo occidentale,
  2. il Mare Adriatico,
  3. il Mar Jonio e il Mar Mediterraneo Centrale.

La determinazione dei requisiti del buono stato ambientale deve basarsi su 11 descrittori qualitativi che indagano aspetti che spaziano dalla biodiversità, alle condizioni idrografiche e fino alle fonti sonore sottomarine.

Le attività svolte dall’ARPAM per la Marine Strategy sono costituite dal monitoraggio di 6 degli 11 indicatori, rispettivamente descritti nella Tabella seguente:

DESCRITTORE
CARATTERISTICHE
MONITORAGGIO
SITI
DESCRITTORE 1 
BIODIVERSITA’
Monitorare che non vi sia perdita di biodiversità, che siano ripristinate le caratteristiche della biodiversità sottoposte ad eventuali alterazioni, e gli usi dell’ambiente marino siano sostenibili.
Il monitoraggio prevede rilevazioni mediante sonda multiparametrica (Temperatura, Salinità Ossigeno disciolto, pH), disco Secchi (trasparenza), prelievi di campioni in acque sub-superficiali e in acque corrispondenti al Deep Chlorophyll maximum, analisi dei nutrienti (composti azotati e fosfati); e analisi quali-quantitativa del fitoplancton; analisi quali-quantitativa dello zooplancton; bioomassa dello zooplancton.
I campionamenti sono effettuati lungo transetti ortogonali alla costa, in stazioni poste a 3, 6 e 12 Mn in corrispondenza della foce dell’Esino e del Chienti.
DESCRITTORE 2
SPECIE NON INDIGENE
Per “specie non indigena” (NIS) si intende una specie o sottospecie o qualsiasi parte biologica in grado di sopravvivere e riprodursi, introdotta al di fuori del suo areale di distribuzione naturale, e della sua potenziale dispersione naturale.
Il monitoraggio prevede l’acquisizione di dati relativi alla presenza ed abbondanza di specie non indigene in aree associate ai principali vettori di introduzione, quali traffico marittimo e acquacoltura.
Area di indagine nei pressi del terminale portuale di Ancona: le stazioni sono state localizzate una a circa 1 miglio e mezzo fuori dell’imboccatura del porto e l’altra all’interno del bacino portuale.
Area di indagine nei pressi di un impianto di molluschicoltura posizionato a sud del monte Conero.
DESCRITTORE 5
EUTROFIZZAZIONE
L’eutrofizzazione è un processo causato dall’arricchimento in nutrienti, in particolare composti dell’azoto e/o del fosforo, che determina un incremento della produzione primaria e della biomassa algale, con conseguente alterazione delle comunità che popolano l’ecosistema marino e peggioramento della qualità delle acque.
Il programma prevede campagne di monitoraggio finalizzate alla stima del carico di nutrienti che si riversa nell’ambiente marino e proveniente da diverse fonti. Nella regione Marche il monitoraggio è finalizzato alla valutazione del carico proveniente da fonte fluviale e la risposta dell’ecosistema marino al carico fluviale.
Per la valutazione del carico di nutrienti da fonte fluviale, è stata individuata un’area interessata dal plume del Metauro.
Per la valutazione dei parametri chimico fisici e dei nutrienti i campionamenti sono effettuati lungo transetti ortogonali alla costa, in stazioni poste a 3, 6 e 12 Mn in corrispondenza della foce dell’Esino e del Chienti.
DESCRITTORE 6
INTEGRITA’ DEI FONDALI MARINI
Il Programma di monitoraggio relativo al Descrittore 6 consente di valutare l’impatto generato da perdita fisica e da perturbazione fisica sul fondo marino (determinata da attività di pesca, risultata essere la maggior pressione di “perturbazione fisica” sul fondo marino), e lo stato delle comunità epimegabentoniche di fondo mobile attraverso opportuni indici/indicatori.
In ciascuna area d’indagine devono essere acquisiti dati morfologici del fondale, mediante indagini con sonar a scansione laterale (Side Scan Sonar – SSS) o ecoscandaglio multifascio (multibeam echosounder) su aree di dimensioni pari a 25 km2; inoltre per ciascuna area è necessario acquisire dati di granulometria del sedimento superficiale. Affinchè venga quantificato l’effetto delle perturbazioni fisiche sul fondo marino, all’interno di ogni area individuata viene indagato il popolamento epimegabentonico caratteristico dei diversi habitat mediante cale di pesca a strascico.
Al fine di poter quantificare la pressione da abrasione sul fondo marino da pressione pesca è necessario indagare almeno due aree:
a) una interessata da perturbazioni fisiche dovute ad attività di pesca con mezzi che interagiscono in modo attivo sul fondo (area di elevato impatto);
 b) una caratterizzata da una assente o minore perturbazione fisica dovuta ad attività di pesca con mezzi che interagiscono in modo attivo sul fondo (area di riferimento).
DESCRITTORE 8
CONTAMINANTI AMBIENTALI
La concentrazione di inquinanti nell’ambiente marino e i loro effetti vengono valutati tenendo in considerazione le disposizioni della Direttiva 2008/56/CE e della Direttiva 2000/60/CE per le acque territoriali e/o costiere.
CONTAMINANTI CHIMICI NEI SEDIMENTI
E’ prevista l’esecuzione di campionamenti per il prelievo dei sedimenti, in stazioni posizionate entro le 12 miglia nautiche.
CONTAMINANTI CHIMICI NEL BIOTA
Il criterio programmatico di tale descrittore è che la salute delle specie e la condizione degli non subiscano effetti negativi, inclusi effetti cumulativi o sinergici, a causa di contaminanti.
Le stazioni per il prelievo della matrice sedimento sono disposte secondo una griglia costruita con maglie comprese tra 10 km e 30 km per lato
entro la fascia delle 12 miglia.
E’prevista l’esecuzione di campionamenti per il prelievo di organismi marini, in stazioni posizionate entro le 12 miglia nautiche dalla costa.
Nello specifico le specie target da monitorare sono il Mullus barbatus (triglia) ed il mollusco Mytilus galloprovincialis per la specifica determinazione.
DESCRITTORE 10
RIFIUTI MARINI
L’indicatore prevede la valutazione della composizione e la quantità dei rifiuti marini sul litorale, nello strato superficiale della colonna d’acqua, sul fondo marino, dei microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua e dei rifiuti marini ingeriti dagli animali marini sono tali da non provocare rilevanti impatti sull’ecosistema costiero e marino.
La strategia di monitoraggio per i rifiuti marini della regione Marche prevede attività di monitoraggio per tre degli elementi considerati (rifiuti spiaggiati, rifiuti marini flottanti e microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua).
Vengono acquisiti dati su quantità, composizione, trend e possibili fonti dei rifiuti marini presenti su 4 spiagge marchigiane.
Viene effettuata la raccolta sistematica di dati su: composizione, quantità e distribuzione territoriale dei rifiuti nello strato superficiale della colonna d'acqua attraverso il monitoraggio visivo (visual census).
Viene inoltre valutata l’abbondanza e la composizione dei microrifiuti, in particolare delle microplastiche, presenti nello strato superficiale della colonna d’acqua.

 

Per approfondimenti
http://www.strategiamarina.isprambiente.it/

 


 

 

 

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